Una notte Daniele si sveglia perché sente uno strano lamento. Viene dall’armadio, ma sua madre dice che non c’è nessuno lì dentro….
La voce nell’armadio, a spooky story in Italian to read and learn Italian from the book “Che paura anche se… 31 storie per 31 sere da brivido” by Storybox Editore, written by the well-known author Fulvia Degl’Innocenti.
Including the complete German and English translation and the audio file.
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- Storia per B1
- Storia per bambini in italiano
- Italiano-tedesco/inglese
- Con audio
- Dal libro "Che paura anche se... 31 storie per 31 sere da brivido!"
- Con il passato remoto (learn here)
- Autrice: Fulvia Degl'Innocenti
- Storybox Editore
La voce nell'armadio
Daniele dormiva beatamente nel suo letto, abbracciato a Pippi, il peluche coniglietto che aveva da quando era piccolo. Ma qualcosa di strano arrivò a disturbare il suo sonno: una specie di lamento, come il miagolio di un gatto con il mal di pancia.
Daniele aprì gli occhi. La stanza era immersa nel buio. Un filo di luce lunare che filtrava dalle tapparelle proiettava ombre sinistre, e quel lamento continuava ad arrivare dall’armadio.
Di andare a controllare non se ne parlava proprio: Daniele era notoriamente un fifone, si spaventava per i tuoni, i cani grossi, i dottori e molto altro. Il cuore gli batteva a mille, una scarica elettrica gli attraversava le braccia.
«Mamma, papà , aiuto! C’è qualcuno nell’armadio!» gridò, senza neanche uscire dal suo letto.
Accorse la mamma, allarmata dalle grida, e accese la luce.
«Lì dentro c’è qualcuno!»
«Ma dove, nell’armadio? Impossibile.»
«Ti dico di sì, c’è qualcuno che piange.»
«Io non sento niente.»
«Controlla, ti prego.»
«E va bene. Ecco qua: i tuoi vestiti, i tuoi giochi, non c’è nient’altro. Avrai sognato, ora dormi.»
Eppure era certo di averlo sentito.
Ci mise un po’ a riaddormentarsi, ma al mattino era già più tranquillo. «Sarà stato un brutto sogno.»
Ma quando, la notte dopo, lo stesso lamento tornò a svegliarlo, un vero terrore lo invase.
Gridò e stavolta accorse il papà .
Stessa scena, stesse rassicurazione, ma ci mise parecchio a riaddormentarsi. Sarebbe stato molto meglio andare nel lettone, ma su quello i suoi genitori erano fermissimi. Aveva 8 anni, e doveva dormire nel suo letto.
La scena si ripeté per altre sere fino a quando Daniele si convinse che doveva trovare un altro modo per risolvere il mistero della voce notturna nell’armadio. E chi meglio del suo compagno di classe Pietro poteva affrontare la strana presenza? Era il suo esatto opposto. Non aveva paura di niente e nessuno, rispondeva a tono a chiunque dicesse qualcosa che non gli tornava, era un appassionato di film horror e teneva testa ai bulli che avevano preso di mira un loro compagno. Così chiese ai suoi genitori se poteva invitarlo per un pigiama party. Pietro fu entusiasta dell’invito e disse che per essere un vero pigiama party bisognava vedere un film horror, quindi era arrivato portando con sé un paio di dvd dei suoi preferiti.
Daniele avrebbe volentieri evitato, ma si fece forza, anche se praticamente tenne gli occhi chiusi per tutta la durata del film. A Pietro non disse nulla della voce, voleva capire se anche lui l’avrebbe sentita. E puntale nel cuore della notte, si levò un lamento straziante.
«Cos’è stato?» chiese Pietro, già balzato giù dal letto, pronto all’azione.
«Viene dall’armadio. Lo sento tutte le notti.»
«Vado subito a controllare!» e per darsi un’aria più minacciosa afferrò la racchetta da tennis di Daniele.
«Chi è là ?!» esclamò spalancando l’anta dell’armadio.
«Aaaahhhh!» Un grido di paura esplose dall’armadio.
Chiunque fosse, ero lui quello più spaventato.
Una luce bluastra arrivava da dentro l’armadio.
Guardando meglio, quella luce aveva i contorni di un bambino.
«Non mi colpire, non voglio farvi nulla di male!»
«E chi saresti?»
«Sono un bambino fantasma e mi sento molto solo.»
Daniele, tutto tremante, balbettò: «Ma perché mamma e papà non ti hanno visto?»
«Solo i bambini possono vedermi, non so perché ma è così!»
«Però la devi smettere di lamentarti lì dentro, spaventi il mio amico Daniele.»
«Cerco solo compagnia…» piagnucolò il fantasmino.
«E sono stanco di stare sempre chiuso qui.»
«Ho un’idea!» esclamò Pietro. «Ti porteremo a fare un bel giro con noi, tra poco ci sarà l’occasione giusta per te.»
Così, la sera di Halloween, ad andare in giro per il quartiere a fare “Dolcetto o scherzetto?” c’erano tre bambini. Uno vestito da diavolo, un altro da zombie e un fantasmino bluastro, perfettamente mimetizzato, che si godeva finalmente, dopo secoli di solitudine, una divertentissima gita in compagnia dei suoi nuovi amici.
Daniele schlief selig in seinem Bett und kuschelte sich an Pippi, das Plüschkaninchen, das er seit seiner Kindheit hatte. Aber etwas Merkwürdiges störte seinen Schlaf: eine Art Gejammer, wie das Miauen einer Katze mit Bauchschmerzen.
Daniele öffnete seine Augen. Der Raum war in Dunkelheit getaucht. Ein wenig Mondlicht, das durch die Rollläden fiel, warf unheimliche Schatten, und das Gejammer kam immer wieder aus dem Kleiderschrank.
Auf keinen Fall wollte er sich das ansehen: Daniele war ein notorischer Feigling, der Angst vor Donner, großen Hunden, Ärzten und vielem mehr hatte. Sein Herz klopfte wie wild, ein elektrischer Schlag durchfuhr seine Arme.
»Mama, Papa, Hilfe! Da ist jemand im Schrank!«, rief er, ohne überhaupt aus dem Bett aufzustehen.
Mutti stürmte herein, alarmiert durch die Schreie, und schaltete das Licht ein.
»Da ist jemand drin!«
»Aber wo, im Kleiderschrank? Unmöglich.«
»Ich sage dir, da ist jemand, der weint.«
»Ich höre nichts.«
»Schau bitte nach.«
»In Ordnung. Da hast du es: deine Kleidung, dein Spielzeug, sonst nichts. Du musst geträumt haben, geh jetzt schlafen.«
Er war sich jedoch sicher, dass er es gehört hatte.
Es dauerte eine Weile, bis er wieder einschlief, aber am Morgen war er bereits ruhiger. »Es muss ein schlechter Traum gewesen sein.«
Doch als ihn in der nächsten Nacht wieder dasselbe Gejammer weckte, überkam ihn ein wahrer Schrecken.
Er schrie, und dieses Mal stürzte sein Vater herein.
Dieselbe Szene, dieselbe Beruhigung, aber es dauerte lange, bis er wieder einschlief. Es wäre viel besser gewesen, in das große Bett zu gehen, aber da waren seine Eltern sehr streng. Er war acht Jahre alt und musste in seinem eigenen Bett schlafen.
Die Szene wiederholte sich an weiteren Abenden, bis Daniele zu der Überzeugung gelangte, dass er einen anderen Weg finden musste, um das Geheimnis der nächtlichen Stimme im Kleiderschrank zu lösen. Und wer wäre besser geeignet, sich der seltsamen Erscheinung entgegenzustellen, als sein Klassenkamerad Pietro? Er war das genaue Gegenteil von ihm. Er hatte vor nichts und niemandem Angst, konterte jedem, der etwas sagte, was ihm nicht passte, war ein Fan von Horrorfilmen und wehrte sich gegen Mobber, die einen ihrer Mitschüler schikanierten. Also fragte er seine Eltern, ob er ihn zu einer Übernachtung einladen könne. Pietro war von der Einladung begeistert und meinte, zu einer richtigen Pyjamaparty gehöre auch ein Horrorfilm, also brachte er ein paar DVDs seiner Lieblingsfilme mit.
Daniele hätte es gerne vermieden, aber er zwang sich dazu, obwohl er die Augen während des gesamten Films praktisch geschlossen hielt. Er sagte Pietro nichts über die Stimme, er wollte sehen, ob er sie auch hören würde. Und mitten in der Nacht ertönte ein herzzerreißender Schrei.
»Was war das?«, fragte Pietro, der schon aus dem Bett gesprungen war, bereit zu handeln.
»Es kommt aus dem Kleiderschrank. Ich höre es jede Nacht.«
»Ich sehe sofort nach!«, und um sich noch bedrohlicher zu geben, schnappte er sich Danieles Tennisschläger.
»Wer ist da?!«, rief er und riss die Schranktür auf.
»Aaaahhh!«. Aus dem Schrank ertönte ein Angstschrei.
Wer auch immer es war, er war derjenige, der am meisten Angst hatte.
Ein bläuliches Licht kam aus dem Inneren des Schranks.
Bei näherer Betrachtung wies das Licht die Umrisse eines Kindes auf.
»Schlage mich nicht, ich will euch nichts Böses antun!«
»Und du bist?«
»Ich bin ein Geisterkind und ich bin sehr einsam.«
Daniele stammelte zitternd: »Aber warum haben Mutti und Vati dich nicht gesehen?«
»Nur Kinder können mich sehen, ich weiß nicht, warum, aber sie sehen mich!«
»Aber du musst aufhören, da drin zu jammern, du machst meinem Freund Daniele Angst.«
»Ich suche nur Gesellschaft…«, jammerte das kleine Gespenst.
»Und ich habe es satt, hier ständig eingesperrt zu sein.«
»Ich habe eine Idee!«, rief Pietro aus. »Wir nehmen dich demnächst auf eine schöne Runde mit, bald gibt es die richtige Gelegenheit für dich.«
Und so zogen in der Halloween-Nacht drei Kinder durch die Nachbarschaft, um “Süßes oder Saures?” zu fragen. Einer war als Teufel verkleidet, ein anderer als Zombie, und ein bläuliches Gespenst, das perfekt getarnt war, genoss nach Jahrhunderten der Einsamkeit endlich einen lustigen Ausflug mit seinen neuen Freunden.
Daniele was sleeping blissfully in his bed, hugging Pippi, the plush bunny he had since he was a baby. But something strange came to disturb his sleep: a kind of moaning, like the mewing of a cat with a stomachache.
Daniele opened his eyes. The room was plunged into darkness. A trickle of moonlight filtering through the roller shutters cast sinister shadows, and that moaning kept coming from the closet.
Going to check on it was out of the question. Daniele was notoriously a wimp, frightened of thunder, big dogs, doctors, and more. His heart pounded, an electric shock went through his arms.
«Mom, dad, help! There’s someone in the closet!» he shouted, without even getting out of his bed.
Mom rushed in, alarmed by the screams, and turned on the light.
«There’s someone in there!»
«But where, in the closet? Impossible.»
«I tell you there is, there is someone crying.»
«I don’t hear anything.»
«Check it, please.»
«All right. Here you go: your clothes, your toys, there’s nothing else. You must have been dreaming, now go to sleep.»
Yet he was certain he had heard it.
It took him a while to fall back asleep, but by morning he was calmer. «It must have been a bad dream.»
But when, the next night, the same moaning came back to wake him, a real terror invaded him.
He cried out and this time Dad rushed in.
Same scene, same reassurance, but it took him a long time to fall back asleep. It would have been much better to go to the big bed, but on that his parents were very firm. He was 8 years old, and he had to sleep in his own bed.
The scene repeated itself for more evenings until Daniele became convinced that he had to find another way to solve the mystery of the night voice in the closet. And who better to deal with the strange presence than his classmate Pietro? He was its exact opposite. He wasn’t afraid of anything or anyone, retorted to anyone who said anything that he didn’t like, was a fan of horror movies, and stood up to bullies who targeted one of their classmates. So he asked his parents if he could invite him for a sleepover. Pietro was enthusiastic about the invitation and said that to be a real pajama party you had to see a horror movie, so he had arrived carrying a couple of DVDs of his favorites.
Daniele would have gladly avoided it, but he braced himself, even though he practically kept his eyes closed for the duration of the movie. He said nothing to Pietro about the voice; he wanted to see if he, too, would hear it. And pointedly in the middle of the night, a heartbreaking moan arose.
«What was that?» asked Pietro, already leaping out of bed, ready for action.
«It’s coming from the closet. I hear it every night.»
«I’ll go check right away!» and to give himself a more menacing air he grabbed Daniele’s tennis racket.
«Who’s there?!» he exclaimed, throwing open the closet door.
«Aaaahhh!» A cry of fear erupted from the closet.
Whoever it was, he was the one most frightened.
A bluish light was coming from inside the closet.
Looking closer, that light had the outlines of a child.
«Don’t hit me, I mean you no harm!»
«And you are?»
«I am a ghost child and I am very lonely.»
Daniele, all trembling, stammered, «But why didn’t Mom and Dad see you?»
«Only children can see me, I don’t know why but they do!»
«You have to stop whining in there, though, you scare my friend Daniele.»
«I’m just looking for company», whined the little ghost.
«And I’m tired of being locked in here all the time.»
«I have an idea!» exclaimed Pietro. «We’re going to take you for a nice ride with us, and we’ll have the right opportunity for you in a little while.»
So, on Halloween night, three children went around the neighborhood trick-or-treating. One dressed as a devil, another as a zombie, and a bluish ghost, perfectly camouflaged, who was finally, after centuries of solitude, enjoying a fun outing with his new friends.
Che paura anche se... 31 storie per 31 sere da brivido!
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