Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.
Das wahrscheinlich schönste Kapitel in Der kleine Prinz ist das mit dem Fuchs.
Hier findest du dieses Kapitel auf Italienisch für das Niveau A2/B1 aus dem Buch Il Piccolo Principe von unserem Verlag Bello Books.
Buona lettura!
Der Text ist sehr originalgetreu, nur leicht für Lernende angepasst. Zum Beispiel sind die Haupterzählformen Passato Prossimo (statt Passato Remoto) und Imperfetto. Das Buch eignet sich daher ganz gut, um die Anwendung dieser zwei Zeitformen zu vertiefen. Besonders in Dialogen, wie in diesem Kapitel, kann man auch die Verwendung anderer Zeitformen beobachten. Im Buch findest du außerdem Fußnoten mit Erklärungen der schwierigeren Wörter und Übungen zur Vertiefung von Grammatik und Wortschatz.
- Storia per A2/B1
- Con esercizi nel libro
- Con audio
- Autore: Antoine de Saint-Exupéry
- Traduzione: Eleonora De Zordi
- Italiano Bello
Il Piccolo Principe
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Il piccolo principe e la volpe - cap. 21
In quel momento è apparsa la volpe.
«Buon giorno», ha detto la volpe.
«Buon giorno», ha risposto educatamente il piccolo principe voltandosi1, ma non ha visto nessuno.
«Sono qui», ha detto la voce, «sotto il melo2…»
«Chi sei?» ha domandato il piccolo principe, «sei molto carina…»
«Sono una volpe», ha detto la volpe.
«Vieni a giocare con me», le ha proposto il piccolo principe, «sono così triste…»
«Non posso giocare con te», ha detto la volpe, «non sono addomesticata.»
«Ah! Scusa», ha detto il piccolo principe.
Ma dopo averci pensato un po’, ha aggiunto:
«Che cosa vuol dire “addomesticare”?»
«Non sei di queste parti, tu», ha detto la volpe, «che cosa stai cercando?»
«Cerco gli uomini», ha detto il piccolo principe. «Che cosa vuol dire “addomesticare”?»
«Gli uomini» ha detto la volpe, «hanno i fucili3 e cacciano4. È molto seccante5! Allevano6 anche le galline. È il loro unico interesse. Cerchi delle galline?»
«No», ha detto il piccolo principe. «Cerco degli amici. Che cosa vuol dire “addomesticare”?»
«È una cosa che si dimentica troppo facilmente», ha detto la volpe. «Vuol dire “creare legami7“…»
«Creare legami?»
«Certo», ha detto la volpe. «Adesso, per me, tu sei solo un ragazzino come centomila altri ragazzini. E non ho bisogno di te. E nemmeno tu hai bisogno di me. Per te sono solo una volpe come centomila altre volpi. Ma se mi addomestichi, avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai l’unico al mondo per me. Io sarò l’unica al mondo per te…»
«Comincio a capire» ha detto il piccolo principe. «C’è un fiore… credo che mi abbia addomesticato…»
«È possibile», ha detto la volpe. «Capita di tutto sulla Terra…»
«Oh! Non è sulla Terra», ha detto il piccolo principe.
La volpe sembrava molto incuriosita:
«Su un altro pianeta?»
«Sì.»
«Ci sono cacciatori su questo pianeta?»
«No.»
«Questo è interessante! E delle galline?»
«No.»
«Niente è perfetto», ha sospirato la volpe.
Poi la volpe è tornata alla sua idea:
«La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline sono uguali e tutti gli uomini sono uguali. E io per questo mi annoio. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà luminosa come il sole. Conoscerò un rumore di passi8 diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo mi farà uscire dalla tana9, come una musica. E poi, guarda! Vedi i campi di grano10 laggiù? Io non mangio pane. Il grano è inutile per me. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticata. Il grano dorato mi farà pensare a te. E amerò il suono del vento nel grano…»
La volpe è rimasta in silenzio e ha guardato a lungo il piccolo principe:
«Per favore… addomesticami!» ha detto.
«Volentieri», ha detto il piccolo principe, «ma non ho molto tempo. Devo trovare degli amici e imparare tante cose.»
«Si conoscono solo le cose che si addomesticano», ha detto la volpe. «Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se vuoi un amico, addomesticami!»
«Che cosa bisogna fare?» ha chiesto il piccolo principe.
«Bisogna essere molto pazienti», ha risposto la volpe. «Per prima cosa ti siederai a poca distanza da me, così, sull’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio11 e tu non dirai nulla. Le parole sono fonte12 di malintesi13. Ma, ogni giorno, potrai sederti un po’ più vicino…»
Il giorno dopo, il piccolo principe è tornato.
«Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora», ha detto la volpe. «Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Alle quattro sarò già inquieto14 e preoccupato; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se vieni a un’ora qualsiasi, non saprò mai a che ora preparare il mio cuore… Ci vogliono i riti.»
«Che cos’è un rito?» ha chiesto il piccolo principe.
«Anche questa è una cosa che si dimentica troppo facilmente», ha detto la volpe. «È ciò che rende un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora diversa dalle altre ore. C’è un rito, per esempio, tra i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Quindi il giovedì è un giorno meraviglioso! Io vado fino alla vigna15. Se i cacciatori ballassero* in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai una vacanza.»
*ballassero [ = ballerebbero] congiuntivo imperfetto di ‘ballare’. Frase ipotetica: SE + cong. impf.
Così il piccolo principe ha addomesticato la volpe. E quando si è avvicinato il momento di partire:
«Ah!» ha detto la volpe, «piangerò.»
«È colpa tua», ha detto il piccolo principe, «io non volevo farti del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi.»
«Certo», ha detto la volpe.
«Ma piangerai!» ha detto il piccolo principe.
«Certo», ha detto la volpe.
«Così non ci guadagni nulla!»
«Ci guadagno», ha detto la volpe, «il colore del grano.»
Poi ha aggiunto:
«Vai a guardare di nuovo le rose. Vedrai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti svelerò16 un segreto.»
Il piccolo principe è andato a rivedere le rose.
«Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente», ha detto. «Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Siete come era la mia volpe. Non era che17 una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto la mia amica e ora è per me unica al mondo.»
E le rose erano imbarazzate.
«Voi siete belle, ma siete vuote», ha detto ancora. «Non si può morire per voi. Certo, un passante qualunque penserebbe che la mia rosa vi assomiglia. Ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho annaffiato. Perché è lei che ho messo sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho protetto col paravento. Perché sono i suoi bruchi che ho ucciso (tranne due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi18, o vantarsi19, o anche a volte tacere20. Perché è la mia rosa.»
Ed è tornato dalla volpe:
«Addio», ha detto.
«Addio», ha detto la volpe. «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.»
«L’essenziale è invisibile agli occhi», ha ripetuto il piccolo principe per ricordarselo.
«È il tempo che hai perduto per la tua rosa che rende la tua rosa così importante.»
«È il tempo che ho perduto per la mia rosa…» ha sussurrato21 il piccolo principe per ricordarselo.
«Gli uomini hanno dimenticato questa verità», ha detto la volpe. «Ma tu non la devi dimenticare. Diventi per sempre responsabile di ciò che addomestichi. Tu sei responsabile della tua rosa…»
«Io sono responsabile della mia rosa…» ha ripetuto il piccolo principe per ricordarselo.
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Nicht vereinfachte Versionen
Il Piccolo Principe - Der Kleine Prinz (IT-DE)
Eine zweisprachige Version Italienisch-Deutsch mit Paralleltext und wunderschöne Illustrationen.