Pasqua sulla slitta (A2)

Alle Bürger müssen zu Hause bleiben. Es wird geraten, nur dann auszugehen, wenn es unbedingt notwendig ist. Aber keine Sorge, alles wird gut. 

Pasqua sulla slitta, eine Ostergeschichte auf Italienisch von Italiano Bello zum Italienisch lernen und lesen! Kostenloses E-Book im PDF-Format zum Herunterladen mit kompletter deutscher Übersetzung und MP3-Hörbuch.

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Pasqua sulla slitta

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Indice

Capitolo 1

Kira

Tutti i cittadini devono restare a casa. È consigliato uscire solo se è strettamente necessario. Ma non preoccupatevi, andrà tutto bene… 

È la Vigilia di Pasqua, ma quest’anno è una Pasqua diversa dalle altre. Non faremo una grande festa come al solito con tutti i parenti e probabilmente non faremo neanche la caccia alle uova in giardino. In effetti, non so neanche se il coniglietto pasquale riuscirà a portare le uova… 

Quest’anno è successa una cosa davvero strana: c’è una tremenda bufera di neve. Ormai sono due settimane che nevica e non vuole proprio smettere. Il tempo è davvero impazzito! È molto pericoloso uscire di casa. La neve cade così fitta che non si riesce a vedere niente. È tutto bianco! Per questo non bisogna guidare. Ci sono già stati diversi incidenti. Addirittura molte aziende hanno chiuso perché è troppo pericoloso andare a lavorare. Anche i bar, i ristoranti, i negozi…. Hanno chiuso tutti perché non ci sono clienti. È davvero un bel casino! 

E poi fa freddissimo: molte persone si sono prese il raffreddore. Etcì! Io compresa. Ho giocato troppo con i miei amici nella neve e questo è il risultato. Adesso devo restare a casa e posso uscire solo velocemente per fare i miei bisognini. Uffa.

A me di solito piace la neve. È bianca e soffice ed è divertente andare sulla slitta o fare un pupazzo di neve. Ma adesso la neve è davvero troppa. Basta! Non è divertente così. E poi è primavera. In primavera c’è il sole, fa caldo, la natura fiorisce e i prati si riempiono di mille fiori colorati. In primavera si esce, si va al parco, si fanno passeggiate, ci si incontra con gli amici per un caffè, si piantano piante e fiori in giardino… ma quest’anno sembra che la primavera non voglia proprio arrivare. Etcì! 

Guardo fuori dalla finestra e osservo il paesaggio coperto di neve. Non c’è in giro nessuno. Ma così è molto noioso… Come faccio a fare il mio lavoro di cane da guardia se non passa nessuno? Osservo i fiocchi di neve che cadono. Là fuori il tempo sembra essersi fermato. Yaaawn che sonno! Quasi quasi faccio un pisolino… 

Ma un movimento attira la mia attenzione. Qualcosa si muove in giardino. Adesso sono completamente sveglia. Questo “qualcosa” è marrone e ha le orecchie lunghe. Lo riconosco subito. Pasquale! Abbaio felice. Vado subito alla porta e la apro. Padroncina non lo sa, ma Cody e io sappiamo come aprire la porta… Pasquale è tutto coperto di neve e trema come una foglia. 

Pasquale è proprio il coniglietto pasquale, quello vero! L’anno scorso lui e Cody hanno salvato me e molti agnelli dalle mani di due farabutti, per questo mi sta molto simpatico. E poi è anche molto carino… 

«Pasquale, che piacere vederti! Dai, entra, non restare fuori al freddo!» gli dico. 
«Grazie, Kira, grazie mille» dice lui entrando.
«Pasquale!» esclama Cody meravigliato quando lo vede. «Ma sei matto a uscire con questo tempo? Vieni qui vicino al camino e scaldati un po’.»
Io chiudo la porta e vado a prendere una coperta calda.
«Pasquale, che cosa succede?»
Lui prende la coperta e se la mette sulle spalle.
«Questa neve sta rovinando la Pasqua! Le uova da portare ai bambini sono pronte, ma…» Pasquale scuote la testa con aria triste. «Non riesco a creare i miei tunnel! Il terreno è completamente ghiacciato e la mia magia non è abbastanza forte. Ne ho creato uno per venire qui, ma è molto faticoso e ci metto troppo tempo. Come faccio a portare le uova a tutti i bambini?» 

In effetti, è davvero un problema. Vorrei tanto aiutare Pasquale, ma che cosa posso fare? Sono solo un cane. Ma i bambini devono ricevere le uova di Pasqua, non è Pasqua senza uova! Anche se con questo tempo, sembra più Natale che Pasqua…
«Ho un’idea! Etcì!» esclamo e starnutisco nello stesso momento.
«Un’idea? Che idea?» chiede Pasquale emozionato.
«Chiediamo aiuto a Babbo Natale!» dico, orgogliosa di questa idea geniale.
«Ma certo!» dice Cody. «Babbo Natale è un tipo simpatico, l’abbiamo conosciuto a Natale» aggiunge con un certo orgoglio. «Sicuramente ti aiuterà! Potrebbe prestarti la sua slitta.»
«Un’ottima idea!» esclama Pasquale di nuovo ottimista. «Posso provare a creare un tunnel fino alla sua casa.» 

«Che bello, vengo anch’io!» dico, felice di fare finalmente qualcosa.
«No Kira, non se ne parla! Tu non puoi uscire, sei ammalata!» mi rimprovera Cody. Uffa… Cody ha ragione, ma… Che barba!
«Vengo io con te, Pasquale, forse hai bisogno di una mano con la slitta» dice Cody, anche se non sembra del tutto convinto. E io so anche perché: Cody ha paura di volare!
«Grazie mille, Cody, sei davvero gentile! A presto, Kira, e guarisci presto! Grazie mille per il tuo aiuto!» dice Pasquale salutandomi con la mano.
«Kira, prenditi cura di Padroncina!» dice Cody mentre esce.
Io corro alla finestra e li guardo. Pasquale fissa il terreno con grande concentrazione e Cody aspetta di fianco a lui. Dopo qualche minuto appare un tunnel e i due saltano dentro. Poi il tunnel si richiude dietro di loro.
Sì, mi prendo cura di Padroncina, non preoccuparti! Penso, decisa a fare al meglio il mio lavoro. Quando tornerai, Padroncina sarà sana e salva, te lo prometto! 

Siccome non può uscire per lavorare, adesso Padroncina lavora da casa. Lei resta in studio per ore e ore davanti al computer e fa una pausa solo per prepararsi un altro tè o per andare in bagno. Vado in studio per controllare che stia bene. Eccola, è lì e sta bene. Ma non sta lavorando, è al telefono e sembra molto preoccupata.
«Che cosa hai? La febbre? La tosse?» chiede preoccupata e poi ascolta la risposta.
«Ok, non ti muovere, nonna. Arrivo!» dice chiudendo la chiamata. Si alza ed esce dalla stanza, va un attimo in bagno e prende delle medicine. Non avrà mica intenzione di uscire? Si mette la giacca, i guanti e il cappello di lana e si infila i suoi doposcì.
No, no, dove vuoi andare?! Abbaio agitata. Padroncina, non puoi uscire! È troppo pericoloso! Guarda come nevica!
«Kira, vado un attimo dalla nonna a portarle delle medicine. Torno subito. A dopo!» ed esce di corsa.
Oh no! E ora che cosa faccio? Di nuovo guardo fuori dalla finestra. Padroncina esce dal cancello e scompare nella neve.

ÜBERSETZUNG

KIRA 

Alle Bürger müssen zu Hause bleiben. Es wird geraten, nur dann auszugehen, wenn es unbedingt notwendig ist. Aber keine Sorge, alles wird gut. 

Es ist der Tag vor Ostern, aber dieses Jahr ist es ein anderes Ostern als sonst. Wir werden nicht wie üblich ein großes Fest mit allen Verwandten feiern und wir werden wahrscheinlich nicht einmal im Garten auf Eiersuche gehen. Tatsächlich weiß ich nicht einmal, ob der Osterhase in der Lage sein wird, die Eier zu bringen… Dieses Jahr ist etwas wirklich Merkwürdiges passiert: Es gibt einen schrecklichen Schneesturm. Seit zwei Wochen schneit es nun schon und es hört einfach nicht auf. Das Wetter ist wirklich verrückt geworden! Es ist sehr gefährlich, das Haus zu verlassen. Der Schnee fällt so dicht, dass man nichts sehen kann. Es ist alles weiß! Deshalb soll man nicht Auto fahren. Es hat bereits mehrere Unfälle gegeben. Es sind sogar viele Unternehmen geschlossen, weil es zu gefährlich ist, zur Arbeit zu fahren. Sogar die Bars, Restaurants, Geschäfte… Sie haben alle geschlossen, weil es keine Kunden gibt. Es ist wirklich ein ziemliches Durcheinander! Und außerdem ist es sehr kalt. Viele Menschen haben sich erkältet. Hatschi! Mich eingeschlossen. Ich habe zu lange mit meinen Freunden im Schnee gespielt, und das ist das Ergebnis. Jetzt muss ich zu Hause bleiben und kann nur noch schnell rausgehen, um meine Notdurft zu erledigen. Uff.

Normalerweise mag ich Schnee. Er ist weiß und weich und es macht Spaß, Schlitten zu fahren oder einen Schneemann zu bauen. Aber jetzt ist es einfach zu viel Schnee. Genug davon! So macht es keinen Spaß. Außerdem ist es Frühling. Im Frühling scheint die Sonne, es ist warm, die Natur blüht und die Wiesen sind voller tausend bunter Blumen. Im Frühling geht man hinaus, man geht in den Park, man macht Spaziergänge, trifft sich mit Freunden zum Kaffee, pflanzt Pflanzen und Blumen im Garten,… aber in diesem Jahr scheint der Frühling nicht wirklich kommen zu wollen. Hatschi! Ich schaue aus dem Fenster und sehe die schneebedeckte Landschaft. Es ist niemand unterwegs. So ist das aber sehr langweilig. Wie kann ich meine Arbeit als Wachhund machen, wenn niemand vorbeikommt? Ich schaue den Schneeflocken beim Fallen zu. Da draußen scheint die Zeit stehen geblieben zu sein. Gähn, wie müde ich bin! Ich mache vielleicht ein Nickerchen…

Aber eine Bewegung zieht meine Aufmerksamkeit auf sich. Etwas bewegt sich im Garten. Jetzt bin ich hellwach. Dieses „Etwas“ ist braun und hat lange Ohren. Ich erkenne es sofort. Pasquale! Ich belle fröhlich. Ich gehe direkt zur Tür und öffne sie. Frauchen weiß es nicht, aber Cody und ich können die Tür öffnen… Pasquale ist ganz mit Schnee bedeckt und zittert wie Espenlaub. Pasquale ist der Osterhase, der echte! Letztes Jahr haben er und Cody mich und viele Lämmer vor zwei Schurken gerettet, deshalb mag ich ihn sehr. Und er ist auch sehr hübsch…
»Pasquale, wie schön, dich zu sehen! Komm rein, bleib nicht draußen in der Kälte« sage ich zu ihm.
»Danke, Kira, vielen Dank« sagt er beim Eintreten.
»Pasquale!« ruft Cody erstaunt aus, als er ihn sieht. »Bist du denn verrückt, bei diesem Wetter rauszugehen? Komm hierher zum Kamin und wärme dich ein bisschen auf.«
Ich schließe die Tür und hole eine warme Decke.
»Pasquale, was ist los?«
Er nimmt die Decke und legt sie auf seine Schultern.
»Dieser Schnee ruiniert Ostern! Die Eier für die Kinder sind fertig, aber…« Pasquale schüttelt den Kopf mit traurigem Blick. »Ich kann meine Tunnel nicht machen! Der Boden ist völlig gefroren, und meine Magie ist nicht stark genug. Ich habe einen gemacht, um hierher zu kommen, aber es ist sehr anstrengend und ich brauche zu lange. Wie bekomme ich die Eier zu allen Kindern?« Tatsächlich ist das wirklich ein Problem. Ich würde Pasquale gerne helfen, aber was kann ich tun? Ich bin nur ein Hund. Aber die Kinder müssen Ostereier bekommen, ohne Eier gibt es kein Ostern! Obwohl es bei diesem Wetter mehr nach Weihnachten als nach Ostern aussieht…
»Ich habe eine Idee! Hatchi!« rief ich aus und niese gleichzeitig.
»Eine Idee? Welche Idee?« fragt Pasquale aufgeregt. »Lasst uns den Weihnachtsmann um Hilfe bitten!« sage ich, stolz auf diese brillante Idee.
»Natürlich!« sagt Cody. »Der Weihnachtsmann ist ein netter Kerl, wir haben ihn an Weihnachten kennengelernt« fügt er mit einigem Stolz hinzu. »Sicher wird es dir helfen! Er könnte dir seinen Schlitten leihen.«
»Eine ausgezeichnete Idee« sagt Pasquale jetzt wieder optimistisch.
»Ich kann versuchen, einen Tunnel zu seinem Haus zu bauen.«
»Wie schön, ich komme auch mit!« sage ich und freue mich, endlich etwas zu tun.
»Nein Kira, auf keinen Fall! Du kannst nicht rausgehen, du bist krank!« schimpft Cody mich.
Uff… Cody hat Recht, aber… Wie langweilig!
»Ich komme mit, Pasquale, vielleicht brauchst du Hilfe mit dem Schlitten« sagt Cody, auch wenn er nicht ganz überzeugt zu sein scheint. Und ich weiß auch, warum: Cody hat Flugangst!
»Vielen Dank, Cody, du bist wirklich nett« sagt Pasquale und geht zur Tür, gefolgt von Cody.
»Bis bald, Kira, und werde bald gesund! Vielen Dank für deine Hilfe« sagt Pasquale und winkt mir zu.
»Kira, kümmere dich um Frauchen« sagt Cody auf dem Weg nach draußen.
Ich laufe zum Fenster und beobachte sie. Pasquale starrt mit großer Konzentration auf den Boden und Cody wartet neben ihm. Nach wenigen Minuten erscheint ein Tunnel und die beiden springen hinein. Dann schließt sich der Tunnel hinter ihnen. Ja, ich kümmere mich um Frauchen, keine Sorge! denke ich, entschlossen, beste Arbeit zu leisten. Wenn du zurückkommst, wird Frauchen gesund und munter sein, das verspreche ich!

Da sie nicht zur Arbeit gehen kann, arbeitet Frauchen jetzt von zu Hause aus. Sie sitz stundenlang im Arbeitszimmer vor dem Computer und macht nur eine Pause, um noch einen Tee zu kochen oder auf die Toilette zu gehen. Ich gehe ins Arbeitszimmer, um sicherzustellen, dass es ihr gut geht. Da ist sie ja, sie ist da und es geht ihr gut. Aber sie arbeitet nicht, sie ist am Telefon und klingt sehr besorgt.
»Was ist mit dir los? Fieber? Husten?« fragt sie besorgt und hört sich dann die Antwort an.
»Okay, bleib wo du bist, Oma. Ich komme«, sagt sie und beendet das Telefonat. Sie steht auf und verlässt das Zimmer, geht ins Badezimmer und holt Medikamente. Sie hat nicht vor rauszugehen, oder? Sie zieht ihre Jacke an, ihre Handschuhe und ihr Wollmütze und ihre Schneestiefel. Nein, nein, wo willst du denn hin?! belle ich aufgeregt. Frauchen, du kannst nicht rausgehen! Es ist zu gefährlich! Schau, wie es schneit!
»Kira, ich gehe zu Oma und bringe ihr Medikamente. Ich bin gleich wieder da. Bis später«, sagt sie und geht eilig hinaus. Oh nein! Was soll ich jetzt tun? Ich schaue noch einmal aus dem Fenster. Frauchen geht zum Tor hinaus und verschwindet im Schnee.

Capitolo 2

CODY

Il viaggio nel tunnel dura poco e dopo pochi secondi siamo già arrivati. Davanti a me c’è una piccola casetta di legno tutta coperta di neve.
«È questa la casa di Babbo Natale?» chiedo affascinato.
«Proprio così» dice Pasquale e suona il campanello. La porta si apre e appare un uomo anziano e un po’ cicciottello.
«Pasquale! Cody! Che sorpresa!» esclama lui.
Mi ha riconosciuto! penso emozionato.
«Entrate pure, ho appena fatto il tè. E ho anche dei biscotti che mi ha portato la Befana. Sono davvero deliziosi, dovete provarli assolutamente».
Pasquale scuote la testa. «Grazie, signor Natale, è molto gentile, ma non…»
Ma Babbo Natale non lo ascolta e ci spinge in casa con le sue manone. «È bello ricevere visite anche in primavera! Tutti pensano a Babbo Natale solo a dicembre, il resto dell’anno invece niente…»
«Signor Natale, senta, noi…»
«Era un po’ che non venivi a trovarmi, Pasquale! La Befana viene più spesso» dice lui allegramente mentre ci conduce in una piccola, ma accogliente cucina.
Senza smettere di parlare inizia a versare il tè nelle tazze. «Settimana scorsa la Befana ed io abbiamo bevuto una bella cioccolata insieme! Ma sicuramente ora tu sei molto impegnato, hai tutte le tue uova da dipingere, poi domani è Pasqua e…»
Babbo Natale si blocca di colpo e si gira verso Pasquale con due tazze di tè in mano.
«Domani è Pasqua! Che cosa ci fai qui?»
Pasquale sembra un po’ irritato, ma anche felice di poter finalmente parlare.
«Sono qui perché ho assolutamente bisogno del suo aiuto. È questione di vita o di morte!»
Davvero melodrammatico, penso leggermente divertito. Babbo Natale aggrotta le sopracciglia, improvvisamente serio.
«Che succede, Pasquale?»
«Sta nevicando dappertutto e il terreno è ghiacciato. Faccio fatica a costruire i miei tunnel magici. Domani è Pasqua e devo consegnare le uova…»
Pasquale fa una pausa e abbassa gli occhi imbarazzato. «Potrebbe prestarmi la sua slitta?»
Babbo Natale rimane qualche secondo in silenzio, poi appoggia le tazze piene di tè sul tavolo con così tanta forza che metà del contenuto si sparge sul tavolo.
«Ma certo, e che problema c’è? Ma non potevi dirlo subito che era così urgente? Forza, andiamo!»
E con le sue manone ci spinge entrambi fuori. Babbo Natale è proprio un tipo bizzarro… e anche un gran chiacchierone!

Ci porta nel suo villaggio abitato da folletti e renne. Anche qui sta nevicando (ma forse qui nevica sempre?).
Poi entriamo in un capannone. È molto grande e spazioso e pieno di folletti indaffarati che corrono di qua e di là. Alle pareti ci sono diversi attrezzi, contenitori grandi e piccoli e pezzi di legno di tutte le dimensioni. Al centro si trova una maestosa slitta.
«Wunorse Openslae!» urla Babbo Natale.
«Eccomi capo!» dice subito un folletto correndo verso di noi. È un folletto biondo con una lunga treccia e una folta barba.
«Wunorse, la mia slitta è pronta?»
«Pronta? Ma capo, siamo ancora in piena manutenzione! Dobbiamo fare la revisione, controllare i freni, e poi… abbiamo un piccolo problema…» dice un po’ imbarazzato.
«Wunorse, non hai capito. Ho bisogno della mia slitta ora. Dobbiamo salvare la Pasqua! Che problema c’è?»
«Ecco… Abbiamo perso un bullone» dice Wunorse guardandosi i piedi. In effetti sembra che i folletti stiano cercando qualcosa…
«Che cosa?! Dovete ritrovarlo subito!» dice Babbo Natale alzando la voce e iniziando ad arrabbiarsi.
«Scusi, signor Openslae» dice Pasquale. «Ma non potete usare un altro bullone?»
«No, non è possibile» risponde lui. «I bulloni della slitta sono speciali, sono magici. Se non lo troviamo in fretta, dobbiamo farne un altro, ma ci vuole tempo…»
Ma che sfortuna! penso e abbaio deluso. Pasquale mi guarda e il suo viso si illumina.
«Cody, ma tu sei un cane! Puoi usare il tuo fiuto per trovare il bullone! Vieni, annusa un altro bullone!»
Pasquale raggiunge la slitta e io lo seguo. Che bello, una caccia al… bullone!
Annuso uno degli altri bulloni e mi metto alla ricerca. Annuso sotto il tavolo, lungo le pareti, dentro gli scatoloni, dietro gli attrezzi, e alla fine…. Eccolo! abbaio felice. Non era difficile: il bullone si trovava nel cestino della spazzatura! Chissà come c’era finito lì dentro…
«Grazie Cody, per fortuna l’hai trovato!» mi ringrazia Wunorse Openslae.
«Ecco, tieni, ti piacciono i biscotti?»
Che domande, certo che mi piacciono!

Dopo alcuni minuti siamo finalmente pronti per partire. Anche le renne sono pronte.
«Fate buon viaggio!» ci saluta Babbo Natale.
«Arrivederci Babbo Natale, e grazie ancora!» lo ringrazia Pasquale. E finalmente partiamo.

ÜBERSETZUNG

Die Fahrt durch den Tunnel ist kurz, und nach wenigen Sekunden sind wir bereits angekommen. Vor mir steht ein kleines, schneebedecktes Holzhaus.
»Ist das das Haus des Weihnachtsmanns?«, frage ich fasziniert.
»Das ist richtig«, sagt Pasquale und klingelt. Die Tür öffnet sich, und ein alter, ein wenig pummeliger Mann erscheint.
»Pasquale! Cody! Was für eine Überraschung«, ruft er aus.
Er hat mich erkannt! denke ich aufgeregt.
»Kommt doch rein, ich habe gerade Tee gekocht. Und ich habe auch einige Kekse, die mir die Befana mitgebracht hat. Sie sind wirklich köstlich, ihr müsst sie unbedingt probieren«. 
Pasquale schüttelt den Kopf. »Danke, Herr Weihnachtsmann, das ist sehr nett, aber…«
Aber der Weihnachtsmann hört nicht auf ihn und schiebt uns mit seinen großen Händen ins Haus.
»Es ist schön, auch im Frühling Besuch zu bekommen! Jeder denkt nur im Dezember an den Weihnachtsmann, den Rest des Jahres nichts…«
»Herr Weihnachtsmann, hören Sie, wir…«
»Es ist schon eine Weile her, dass du mich besucht hast, Pasquale! Die Befana kommt öfter«, sagt er fröhlich, während er uns in eine kleine, aber gemütliche Küche führt. Ohne aufzuhören zu sprechen, beginnt er, den Tee in die Tassen zu gießen.
»Letzte Woche haben der Befana und ich gemeinsam einen schönen Kakao getrunken! Aber jetzt bist du sicher sehr beschäftigt, du musst alle Eier bemalen, außerdem ist morgen Ostern und…«
Der Weihnachtsmann hält plötzlich inne und wendet sich mit zwei Tassen Tee in der Hand zu Pasquale.
»Morgen ist Ostern! Was machst du hier?«
Pasquale scheint ein wenig verärgert, aber auch glücklich, endlich reden zu können.
»Ich bin hier, weil ich dringend Ihre Hilfe brauche. Es geht um Leben und Tod!« Wirklich melodramatisch, denke ich etwas amüsiert. Der Weihnachtsmann runzelt die Stirn, plötzlich ernst.
»Was ist los, Pasquale?«
»Es schneit überall und der Boden ist gefroren. Ich habe Schwierigkeiten, meine magischen Tunnel zu bauen. Morgen ist Ostern und ich muss die Eier abliefern…« Pasquale hält inne und senkt verlegen die Augen.
»Könnten Sie mir Ihren Schlitten leihen?«
Der Weihnachtsmann schweigt ein paar Sekunden lang, dann stellt er die Tassen voller Tee so fest auf den Tisch, dass die Hälfte des Inhalts auf dem Tisch verschüttet wird.
»Natürlich, wo ist das Problem? Aber konntest du es nicht sofort sagen, dass es so dringend war? Komm schon, gehen wir!«
Und mit seinen großen Händen schiebt er uns beide hinaus. Der Weihnachtsmann ist echt ein seltsamer Typ… und auch ein großer Redner!

Er bringt uns in sein Dorf, das von Wichteln und Rentieren bewohnt ist. Es schneit auch hier (aber vielleicht schneit es hier immer?).
Dann gehen wir in eine Halle. Sie ist sehr groß und geräumig und voller geschäftiger Wichtel, die hin und her laufen. An den Wänden befinden sich verschiedene Geräte, große und kleine Behälter und Holzstücke in allen Größen. In der Mitte steht ein majestätischer Schlitten.
»Wunorse Openslae!« brüllt der Weihnachtsmann.
»Hier bin ich, Chef«, sagt ein Wichtel, der auf uns zuläuft. Er ist blond mit einem langen Zopf und einem dicken Bart.
»Wunorse, ist mein Schlitten fertig?«, fragt der Weihnachtsmann.
»Fertig? Aber, Chef, wir sind noch dabei ihn zu warten! Wir müssen die Inspektion machen, die Bremsen überprüfen, und außerdem… haben wir ein kleines Problem…« sagt er etwas verlegen.
»Wunorse, du hast mich nicht verstanden. Ich brauche meinen Schlitten jetzt. Wir müssen Ostern retten! Wo ist das Problem?«
»Nun… Wir haben einen Bolzen verloren« sagt Wunorse und schaut auf seine Füße. Tatsächlich sieht es so aus, als ob die Wichtel nach etwas suchen.
»Was?! Ihr müsst ihn sofort finden«, sagt der Weihnachtsmann mit erhobener Stimme und er beginnt, wütend zu werden.
»Entschuldigen Sie, Herr Openslae« sagt Pasquale. »Aber können Sie nicht einen anderen Bolzen verwenden?«
»Nein, das ist nicht möglich« antwortet er. »Die Bolzen am Schlitten sind etwas Besonderes, sie sind magisch. Wenn wir ihn nicht schnell finden, müssen wir einen Neuen machen, aber das braucht Zeit…«
Was für ein Pech! denke ich und belle enttäuscht. Pasquale schaut mich an und sein Gesicht leuchtet auf.
»Cody, du bist ein Hund! Du kannst deinen Spürsinn benutzen, um den Bolzen zu finden. Komm, riech an einem anderen Bolzen!«
Pasquale erreicht den Schlitten und ich folge ihm. Wie schön, eine Jagd nach dem … Bolzen! Ich rieche an einem der anderen Bolzen und gehe auf die Suche. Ich schnuppere unter dem Tisch, an den Wänden entlang, in den Kisten, hinter den Geräten und schließlich… Da ist er! belle ich glücklich. Es war nicht schwer: der Bolzen war im Mülleimer! Wer weiß wie er da hineingekommen war…
»Danke Cody, zum Glück hast du ihn gefunden!« bedankt sich Wunorse Openslae bei mir.
»Hier, schau, magst du Kekse?« fragt er und gibt mir einen Keks. Was für eine Frage. Natürlich mag ich sie. Nach wenigen Minuten sind wir endlich startklar. Auch die Rentiere sind bereit.
»Gute Reise« verabschiedet uns der Weihnachtsmann. »Auf Wiedersehen, Weihnachtsmann, und nochmals vielen Dank!« dankt ihm Pasquale. Und endlich fahren wir los.

 

Capitolo 3

KIRA

Passano alcune ore e inizia a diventare buio, ma Padroncina non torna. Cammino agitata avanti e indietro davanti alla finestra. Perché ci mette tanto? C’è qualcosa che non va, ne sono sicura. Ho un brutto presentimento. 
Basta, non riesco più ad aspettare. Apro la porta ed esco. Il freddo è davvero pungente e la neve è molto alta. Inizio a correre, ma non vedo quasi niente. 
Padroncina, dove sei? 
La strada più veloce per raggiungere la casa della nonna è attraverso il bosco. Sicuramente Padroncina ha fatto quella strada. Corro nel bosco e abbaio. La neve copre tutti gli odori e anche i rumori. Spero davvero di non perdermi… 
Fa davvero molto freddo e non sento quasi più le mie zampe. Anche il mio naso e le mie orecchie sono gelati. 
Il tempo passa e ancora non vedo Padroncina. Da quanto tempo la sto cercando? 
Inizio a sentirmi piuttosto stanca. 
Abbaio un’ultima volta, poi cado a terra e chiudo gli occhi. Non ho più le forze per correre. Forse potrei riposarmi un attimo… 

«Aiuto!» 
Una voce debole ha chiamato aiuto. Mi rialzo a fatica e abbaio. 
«Aiuto! C’è qualcuno?» La voce ora è un po’ più forte. 
È Padroncina, è la sua voce! Corro subito da quella parte. Non vedo niente, la neve continua a cadere fitta, ma tra poco troverò Padroncina, non ho dubbi. 
Ma poi… cado. Cado per alcuni secondi, secondi che sembrano durare un’eternità. Ma per fortuna l’atterraggio è morbido. 
«Kira! Oh no, anche tu qui!» Padroncina mi abbraccia e le sue lacrime mi bagnano il muso. 
Mi guardo in giro e capisco perché Padroncina è così triste. Ci troviamo in un burrone. Le pareti di fianco a noi sono alte e ripide ed è impossibile arrampicarsi. 
Oh no! Che guaio, questa proprio non ci voleva…. 
Mi giro verso Padroncina e solo ora noto lo stato in cui si trova. È molto pallida e le sue labbra sono diventate viola. Oh no, oh no, non va bene! Devo portare Padroncina al sicuro! 
Esploro tutto il burrone da destra a sinistra, ma non c’è via di uscita. 
Allora torno da Padroncina, mi raggomitolo di fianco a lei e le lecco la faccia per scaldarla un po’. Pian piano la neve ci copre con un candido strato bianco. Io abbaio e abbaio, sperando che qualcuno mi senta. Ma passa il tempo e non arriva nessuno. Ho molto freddo e le mie zampe e il mio naso sono completamente gelati. 
Abbaio un’ultima volta, poi mi stringo forte a Padroncina e poco dopo perdo i sensi.

ÜBERSETZUNG

KIRA 

Ein paar Stunden vergehen, und es beginnt dunkel zu werden, aber Frauchen kommt nicht zurück. Ich gehe vorm Fenster hin und her. Warum braucht sie so lange? Etwas stimmt nicht, da bin ich mir sicher. Ich habe eine schlechte Vorahnung. Es reicht, ich kann nicht länger warten. Ich öffne die Tür und gehe hinaus. Die Kälte ist wirklich stechend und der Schnee ist sehr hoch. Ich beginne zu laufen, aber ich kann kaum etwas sehen. Frauchen, wo bist du?
Der schnellste Weg um Omas Haus zu erreichen führt durch den Wald. Sicher hat Frauchen diesen Weg gemacht. Ich laufe in den Wald und belle. Der Schnee dämpft alle Gerüche und auch die Geräusche. Ich hoffe wirklich, dass ich mich nicht verlaufen… Es ist wirklich sehr kalt und ich kann meine Pfoten kaum mehr spüren. Auch meine und meine Ohren sind eiskalt. Die Zeit vergeht und ich sehe Frauchen immer noch nicht. Wie lange habe ich nach ihr gesucht?
Ich fange an, mich ziemlich müde zu fühlen. Ich belle ein letztes Mal, dann falle ich hin und schließe meine Augen. Ich habe nicht mehr die Kraft zu laufen. Vielleicht könnte ich mich einen Moment ausruhen…
»Hilfe!«
Eine schwache Stimme hat um Hilfe gerufen. Ich stehe mit Mühe wieder auf und belle
»Hilfe! Ist da jemand?« Die Stimme ist jetzt etwas lauter. Es ist Frauchen, es ist ihre Stimme! Ich laufe sofort dorthin. Ich kann nichts sehen, der Schnee fällt weiterhin dicht, aber bald werde ich Frauchen finden, daran habe ich keinen Zweifel.
Aber dann… falle ich. Ich falle für ein paar Sekunden, Sekunden, die eine Ewigkeit zu dauern scheinen. Aber glücklicherweise ist die Landung weich.
»Kira! Oh nein, du bist auch hier!«
Frauchen umarmt mich und ihre Tränen benetzen meine Schnauze. Ich sehe mich um und verstehe, warum Frauchen so traurig ist. Wir sind in einer Schlucht. Die Wände neben uns sind hoch und steil, und es ist unmöglich, sie zu erklimmen. Oh nein! Was für ein Schlamassel, das hat es jetzt aber wirklich nicht gebraucht… Ich wende mich in Frauchens Richtung, und erst jetzt bemerke ich, in welchem Zustand sie sich befindet. Sie ist sehr blass und ihre Lippen sind lila geworden. Oh nein, oh nein, das ist nicht gut! Ich muss Frauchen in Sicherheit bringen! Ich erkunde die ganze Schlucht von rechts nach links, aber es gibt keinen Ausweg. Dann gehe ich zu Frauchen zurück, rolle mich neben ihr zusammen und lecke ihr das Gesicht ab, um es ein wenig aufzuwärmen. Langsam bedeckt uns der Schnee mit einer schneeweißen Schicht. Ich belle und belle, in der Hoffnung, dass mich jemand hört. Aber die Zeit vergeht und niemand kommt. Mir ist sehr kalt, und meine Pfoten und meine Nase sind völlig erfroren. Ich belle ein letztes Mal, dann drücke ich mich fest an Frauchen und kurz darauf verliere ich das Bewusstsein.

Capitolo 4

CODY

Voliamo veloci nel cielo, ma con la neve che cade così fitta non vediamo quasi niente. Per fortuna il naso rosso di Rudolf illumina la via. Io preferisco non guardare giù. Non è la prima volta che volo sulla slitta, ma non mi ci sono ancora del tutto abituato. Inoltre Pasquale sembra avere qualche difficoltà a guidare la slitta…
«Hey Cody! Tutto bene?» chiede Pasquale guardandomi preoccupato.
«Sì sì, tutto bene» dico io. Più o meno. «Senti, possiamo passare da casa mia un momento? Vorrei passare a prendere Kira. Forse sono stato un po’ duro prima… Volare sulla slitta di Babbo Natale in tua compagnia è davvero un’occasione unica!»
«Benissimo, nessun problema» risponde lui.
Arriviamo a casa, ma subito noto qualcosa di strano. La porta è aperta. Deve essere successo qualcosa, Padroncina non lascerebbe mai la porta aperta, non con questo freddo! Scendo di corsa, ma in casa non c’è nessuno. Dove sono Kira e Padroncina?
«Pasquale, dobbiamo trovarle! Deve essere successo qualcosa!» dico preoccupato e inizio ad annusare dappertutto. Pasquale si concentra. Lui sa sempre dove si trova chi crede in lui.
«Mmh, con questa neve è difficile trovare Kira… Sembra che si trovi nel bosco…» 
Inizio subito a correre. «Pasquale, seguimi!»
Entriamo nel bosco e le renne ora galoppano dietro di me. È impossibile volare con tutti questi alberi. Anche se ho un ottimo fiuto, non è facile seguire l’odore di Kira e poi non vedo quasi niente. Ben presto perdo le sue tracce. Poi sento Kira abbaiare in lontananza. Corro subito verso la sua voce, ma all’improvviso Rudolf mi sbarra la strada.
«Fermo!»
«Cosa c’è? Kira è qui vicino!» urlo io.
«Non puoi proseguire, c’è un burrone!» dice lui e fa luce con il suo naso.
Ora che guardo bene, ha proprio ragione. A pochi passi da me c’è un profondo burrone che non avevo visto a causa della neve. Lo ringrazio e salto sulla slitta.
«Kira deve essere caduta nel burrone, e forse anche Padroncina, andiamo a vedere!» 

ÜBERSETZUNG

CODY

Wir fliegen schnell am Himmel entlang, aber da der Schnee so dicht fällt, können wir kaum etwas sehen. Zum Glück beleuchtet Rudolfs rote Nase den Weg. Ich ziehe es vor, nicht nach unten zu schauen. Es ist nicht das erste Mal, dass ich auf einem Schlitten fliege, aber ich bin noch nicht ganz daran gewöhnt. Außerdem scheint Pasquale einige Schwierigkeiten zu haben, den Schlitten zu lenken…
»Hey Cody! Alles ok?« fragt Pasquale und schaut mich besorgt an.
»Ja, ja, alles in Ordnung« sage ich. Mehr oder weniger. »Hör mal, können wir kurz bei mir vorbeischauen? Ich würde gerne Kira abholen. Vielleicht war ich vorhin etwas schroff… In deiner Gesellschaft im Schlitten des Weihnachtsmanns zu fliegen ist wirklich eine einmalige Gelegenheit!«
»Sehr gut, kein Problem« antwortet er.
Wir kommen zu Hause an, aber mir fällt sofort etwas Seltsames auf. Die Tür ist offen. Irgendetwas muss passiert sein, Frauchen würde niemals die Tür offen lassen, nicht bei dieser Kälte! Ich steige schnell aus, aber es ist niemand zu Hause. Oh nein! Wo sind Kira und Frauchen?
»Pasquale, wir müssen sie finden! Es muss etwas passiert sein« sage ich besorgt und fange überall an zu schnuppern. Pasquale konzentriert sich. Er weiß immer, wo diejenigen sind, die an ihn glauben.
»Hmm, bei diesem Schnee ist es schwer, Kira zu finden… Es scheint, sie ist im Wald…«
Ich laufe sofort los.
»Pasquale, folge mir!«
Wir gehen in den Wald und die Rentiere galoppieren nun hinter mir her. Es ist unmöglich, mit all diesen Bäumen zu fliegen. Obwohl ich einen sehr guten Geruchssinn habe, ist es nicht einfach, Kiras Geruch zu folgen, und außerdem sehe ich fast nichts. Bald verliere ich ihre Spur. Dann höre ich Kira in der Ferne bellen. Ich laufe direkt auf ihre Stimme zu, aber plötzlich versperrt mir Rudolf den Weg.
»Halt!«
»Was ist das? Kira ist hierin der Nähe« brülle ich.
»Du kannst nicht weitergehen, da ist eine Schlucht« sagt er und macht mit seiner Nase Licht. Jetzt wo ich mir das genau ansehe, hat er wirklich Recht. Wenige Schritte von mir entfernt befindet sich eine tiefe Schlucht, die ich wegen des Schnees nicht gesehen hatte. Ich danke ihm und springe auf den Schlitten.
»Kira muss in die Schlucht gefallen sein, und vielleicht auch Frauchen, lasst uns nachsehen!«

Epilogo

KIRA

 

La luce del sole mi sveglia. Non apro subito gli occhi, è così comodo qui, sotto queste coperte calde. Potrei dormire ancora un po’… Ma poi mi alzo di scatto. Padroncina! Cody mi guarda e mi sorride.
«Non ti preoccupare, Padroncina sta bene. Ha passato alcune ore in ospedale, ma ora è di nuovo a casa e sta riposando.»
Io mi tranquillizzo.
«Che… Che cosa è successo?» chiedo un po’ confusa.
«Dovrei chiederlo a te!» dice Cody un po’ arrabbiato. «Perché tu e Padroncina non eravate a casa? Per fortuna Pasquale ed io vi abbiamo trovato in tempo!»
Ma certo, Pasquale, le uova… ora ricordo.
«Quindi ci avete salvato con la slitta di Babbo Natale? Il piano ha funzionato?»
«Sì esatto. Babbo Natale ha prestato la slitta a Pasquale per consegnare le uova. Ma per fortuna ho chiesto a Pasquale di passare un attimo da casa. Siccome non c’era nessuno, vi abbiamo cercato e vi abbiamo trovato in un burrone. Eravate entrambe svenute e vi abbiamo portato subito all’ospedale.»
Io annuisco. Meno male che erano arrivati in tempo…
«A proposito, guarda un po’!» dice Cody indicando la finestra. Io rimango a bocca aperta. Fuori splende il sole! Che meraviglia!
Corro alla finestra e guardo fuori. Le persone escono, si salutano e si abbracciano, i bambini giocano a palle di neve e cercano le uova in giardino. Il bianco della neve è meraviglioso illuminato dal sole. 

Poi noto che qualcuno si avvicina al nostro cancello: i genitori di Padroncina, i nonni e anche Amicone. Corriamo fuori a salutarli. Benvenuti! Che bello vedervi! abbaiamo Cody ed io.
«Ciao Kira! Ciao Cody! Siamo venuti a trovare la vostra padroncina. È già sveglia?»
Io corro in camera a vedere come sta. Sta dormendo tranquilla e sembra star bene. Le lecco il viso. È caldo e le labbra sono di nuovo normali. Padroncina si sveglia e mi sorride dolcemente.
«Buon giorno Kira. Come stai? Grazie per essere venuta a cercarmi ieri» dice accarezzandomi la testa.
Certo che sono venuta a cercarti! Proteggerti è il mio lavoro!
Lentamente, Padroncina si alza, si veste e dà il benvenuto agli ospiti. La nonna tossisce un po’, ma sembra star bene. Padroncina era riuscita a portarle le medicine, per fortuna.
Tutti hanno portato qualcosa da mangiare e mentre il pranzo si scalda usciamo a cercare le uova. È divertente cercare le uova nella neve! Facciamo anche un coniglietto di neve e gli mettiamo una bella carota in bocca. Che buffo!
Dopo pranzo mangiamo la colomba, il dolce tipico di Pasqua, e poi apriamo il grande uovo di Pasqua che Amicone ha regalato a Padroncina. All’interno c’è un’elegante collana con un ciondolo a forma di coniglietto. Padroncina è molto contenta e ringrazia Amicone che la aiuta subito a indossarla.
Dopo il dolce vado fuori in giardino insieme a Cody a godermi il bel sole.

«Kira, Cody!»
Eh? Chi ci chiama? Mi guardo in giro, ma non vedo nessuno.
«Quassù!»
Alzo lo sguardo. Pasquale ci saluta sporgendosi dalla slitta.
«Sono riuscito a consegnare tutte le uova!» esclama sorridente. «Avete trovato le vostre? Ora torno al Polo Nord per riportare la slitta a Babbo Natale, ma che ne dite di fare un giretto prima?»
«Ma certo!» esclamiamo Cody ed io all’unisono. E così saliamo sulla slitta e voliamo nel cielo azzurro insieme al coniglietto pasquale. Che Pasqua davvero bizzarra!

Buona Pasqua a tutti!

Etcì! Ah, ho ancora il raffreddore. Lo prometto, nei prossimi giorni resto a casa!

ÜBERSETZUNG

KIRA

Das Sonnenlicht weckt mich auf. Ich öffne meine Augen nicht sofort, es ist so gemütlich hier, unter diesen warmen Decken. Ich könnte noch etwas länger schlafen… Aber dann stehe ich ruckartig auf. Frauchen! Cody sieht mich an und lächelt.
»Keine Sorge, Frauchen geht es gut. Sie hat ein paar Stunden im Krankenhaus verbracht, aber jetzt ist sie wieder zu Hause und ruht sich aus.«
Ich beruhige mich.
»Was… was ist passiert?« frage ich etwas verwirrt.
»Das sollte ich dich fragen«, sagt Cody ein wenig verärgert. »Warum waren du und Frauchen nicht zu Hause? Zum Glück haben Pasquale und ich euch rechtzeitig gefunden!«
Natürlich, Pasquale, die Eier… jetzt erinnere ich mich. »Ihr habt uns also mit dem Schlitten des Weihnachtsmanns gerettet? Hat der Plan funktioniert?
»Ja, genau. Der Weihnachtsmann hat Pasquale den Schlitten geliehen, um die Eier abzuliefern. Aber zum Glück habe ich Pasquale gebeten, noch kurz zu Hause vorbeizufahren. Da niemand da war, haben wir euch gesucht und in einer Schlucht gefunden. Ihr wart beide bewusstlos, und wir haben euch sofort ins Krankenhaus gebracht. Ich nicke. Zum Glück kamen sie rechtzeitig an…
»Übrigens, sieh dir das mal an« sagt Cody und zeigt auf das Fenster. Ich staune mit offenem Mund. Draußen scheint die Sonne. Wie wunderschön!
Ich laufe zum Fenster und schaue hinaus. Die Leute gehen raus, grüßen sich und umarmen sich, die Kinder machen eine Schneeballschlacht und suchen im Garten nach Eiern. Das Weiß des Schnees wird von der Sonne wunderschön beleuchtet. Dann bemerke ich, dass sich jemand unserem Tor nähert: Frauchens Eltern, Großeltern und auch Kumpel. Wir laufen hinaus, um sie zu begrüßen. Herzlich willkommen! Wie schön, euch zu sehen! bellen Cody und ich.
»Hallo Kira! Hallo Cody! Wir sind gekommen, um euer Frauchen zu sehen. Ist sie schon wach?«
Ich laufe ins Zimmer, um zu sehen, wie es ihr geht. Sie schläft friedlich und es scheint ihr gut zu gehen. Ich lecke ihr das Gesicht ab. Es ist warm und ihre Lippen sind wieder normal. Frauchen wacht auf und lächelt mich liebevoll an.
»Guten Morgen, Kira. Wie geht es dir? Danke, dass du gestern gekommen bist, um mich zu suchen«, sagt sie und streichelt meinen Kopf. Natürlich habe ich dich gesucht! Es ist meine Aufgabe, dich zu beschützen! belle ich glücklich.

Langsam steht Frauchen auf, zieht sich an und begrüßt die Gäste. Oma hustet ein wenig, aber es scheint ihr gut zu gehen. Frauchen konnte ihr glücklicherweise ihre Medizin bringen.
Jeder hat etwas zu essen mitgebracht, und während das Mittagessen warm wird, gehen wir raus und suchen nach Eiern. Es macht Spaß, im Schnee nach Eiern zu suchen! Wir machen auch einen Schneehasen und stecken ihm eine Karotte ins Maul. Das ist drollig! Nach dem Mittagessen essen wir die Colomba, den typischen Osterkuchen, und dann öffnen wir das große Osterei, das Kumpel Frauchen geschenkt hat. Im Inneren befindet sich eine elegante Halskette mit einem Anhänger in Form eines Kaninchens. Frauchen ist sehr glücklich und dankt Kumpel, der ihr gleich hilft, sie anzulegen.
Nach dem Dessert gehe ich mit Cody in den Garten, um die schöne Sonne zu genießen.

»Kira, Cody!«
Uh? Wer ruft uns? Ich schaue mich um, aber ich sehe niemanden.
»Hier oben!«
Ich schaue nach oben. Pasquale begrüßt uns, er lehnt sich aus dem Schlitten.
»Ich habe es geschafft, alle Eier zu liefern«, ruft er lächelnd aus. »Habt ihr eure gefunden? Ich fahre jetzt zurück zum Nordpol, um dem Weihnachtsmann den Schlitten wiederzubringen, aber was haltet ihr davon, wenn wir zuerst eine kleine Fahrt machen?«
»Natürlich!« rufen Cody und ich einstimmig aus.

Und so steigen wir in den Schlitten ein und fliegen mit dem Osterhasen in den azurblauen Himmel. Was für ein seltsames Osterfest!

Frohe Ostern euch allen!

Hatschi! Ah, ich bin immer noch erkältet. Ich verspreche es, in den nächsten Tagen werde ich zu Hause bleiben!

Buona Pasqua!

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